NOTA IMPORTANTE: Visto che è la prima recensione che metto sul blogghe,
preciso una cosa: le mie recensioni saranno sempre prive di Spoiler o se ci
saranno verranno ampliamente segnalati. Magari un giorno scrivo un pezzo sul
mio pensiero sulle recensioni e sugli spoiler. Intanto mi premurava avvisarvi
di navigare tranquilli. Ah, e pregherei di comportarvi in egual modo nei
commenti.
Premessa: L’idea era di scrivere un pezzo al giorno, almeno nelle prime
settimane di vita del blog, ma visto che i pezzi come quello di ieri mi
prendono parecchie ore, non credo di riuscire, almeno oggi, a fare nulla. È sabato
anche per il Conte.
E quindi oggi, per rispettare comunque i miei propositi, e portarmi
avanti con i pezzi dei giorni prossimi, riciclo una recensione scritta da me l’anno
scorso e pubblicata solo su Facebook e sul mio forum di fiducia (di cui forse
un giorno vi parlerò). La recensione è stata comunque rivista e corretta per il
blogghe (e quindi riadattata come se l’avessi scritta oggi) e quindi invece di portarmi avanti, ho impiegato quasi praticamente lo stesso tempo per rifare la recensione.
Ma la recensione di oggi non è una recensione così, messa a caso (cioè potevo mettere la prima recensione, una recensione a caso?), è la
recensione di quello che, attualmente (anche di questo parleremo, cioè che io non ho mai delle preferenze assolute ma solo realative al periodo in cui vivo), è il mio libro preferito. Bien, si comincia:
READY PLAYER ONE - ERNEST CLINE
Sinossi della trama presa dal retro di copertina (e unici accenni alla
trama):
Il mondo è un brutto posto. Wade ha diciotto anni e trascorre le sue giornate
in un universo virtuale chiamato OASIS, dove si fa amicizia, ci si innamora –
si fa ciò che ormai è impossibile fare nel mondo reale, oppresso da guerre e
carestie. Ma un giorno James Halliday, geniale creatore di OASIS, muore senza
eredi. L’unico modo per salvare OASIS da una spietata multinazionale è metterlo
in palio tra i suoi abitanti: a ereditarlo sarà il vincitore della più
incredibile gara mai immaginata. Wade risolve quasi per caso il primo enigma,
diventando di colpo, insieme ad alcuni amici, l’unica speranza dell’umanità.
Sarà solo la prima di tante prove: recitare a memoria le battute di Wargames,
penetrare nella Tyrell Corporation di Blade Runner, giocare la partita perfetta
a Pac-Man, sfidare giganteschi robot giapponesi e così via, in una strabiliante
rassegna di missioni di ogni tipo, ambientate nell’immaginario pop degli anni
’80, a cui OASIS è ispirato. Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, un nuovo
classico dell’avventura che presto diventerà un megafilm prodotto da Warner
Bros.
Sono entrato in contatto con questo libro casualmente, un anno fa (la
recensione base è stata scritta il 28 novembre 2011). Mi trovavo in un negozio
del centro (la FNAC) e mi trovo davanti questo libro: Player One (titolo
originale Ready Player One, si vede che il “Ready” era troppo per i lettori italiani). In quel periodo, e ancora ora, sono preso male con il mondo dei videogiochi (cioè, come ho spiegato ieri, lo sono da sempre, ma ora sono nella fase proprio retro-nostalgia e inscimmiamento pesante) quindi trovarmi davanti questa copertina pixellosa accese la mia curiosità come un fuoco scatenato da un tacchino fritto in modo sbagliato nel giorno del ringraziamento (tipo così).
Leggo la sinossi e subito mi inscimmio.
Leggo il prezzo… e lascio perdere.
Fino a un certo punto, cioè che lo
ordino on-line, che mi costa un po’ meno.
Qualche giorno e il libro arriva.
Mi ci butto a muzzo.
Secondo me un buon libro è quello che riesce a tenerti incollato alla
lettura finché non lo finisci. Spesso si legge per ammazzare il tempo, nelle
pause bagno, o prima di addormentarsi per conciliare il sonno. I libri belli
(non solo oggettivamente belli, ma quelli belli per noi) riescono a infrangere
questo muro e ci costringono a leggerli anche in altri momenti. Insomma, se un
libro ci piace, diventa lo scopo principale delle nostre giornate, non è più un
plus per addormentarci o per passare la seduta del bagno.
Un buon libro è quello che ti teletrasporta via dal luogo dove lo
stiamo leggendo, portandoti dentro al suo mondo.
Un buon libro è quello che inizi a leggerlo all’una di notte, alzi la
testa, e sono le quattro (sì, il Conte ha orari mooolto notturni).
Ready Player One è stato decisamente un buon libro, nonostante le 635
pagine (numerose, sì, ma vi è da dire che la loro dimensione non è grandissima)
ci ho messo solo 4 giorni a leggerlo. Costringendomi a lunghe maratone notturne, spinte dalla onda della curiosità. E come ogni buon libro, una volta finito arriva subito il magone perché è già tutto finito, con il lamento dell'assenza di un proseguimento
della storia, e un leggero pentimento per aver letto tutto così in fretta senza essersi goduti un po’ più a lungo il viaggio.
Il punto forte del libro è sicuramente il retrogusto anni 80 che permea
tutto il libro. Non solo perché l’intera trama si basa su un mondo di ricordi e riferimenti
di quel periodo (soprattutto riguardanti il mondo dei videogiochi, dei film e
dei gdr) ma anche perché la trama si sviluppa proprio come un classico
racconto/film degli anni 80.
Quelli che guardavamo quando eravamo regazzini. L’effetto nostalgia
canaglia è immediato.
Per noi nati negli anni 80 le citazioni non sono proprio centrate, perché per noi la nostra cultura di riferimento è quella degli anni 90. Mentre il libro (dato che l'autore è nato nel 1972) è dedicato a tutti quelli che negli anni 80 avevano già 10/15 anni. Nonostante questo l'effetto nostalgia attacca anche noi che di queste cose le abbiamo solo viste di sfuggita (comunque certi film li abbiamo visti e le sale giochi le abbiamo frequentate). Non so come possa apparire invece, a un lettore più giovane ancora.
La trama prende, prende eccome. Mescola un po’ Avatar, la saga di
Greed Island di HunterxHunter e un pizzico di Steve Jobs. Nel capitolo due
temevo che la storia si sviluppasse in un modo che non amo, ma invece, figlia
degli anni 80, mi sbugiarda dopo un po’ di pagine, e tutto fila liscio, come ci
si aspetta (in un racconto anni 80).
In mezzo, come ogni buon racconto degli anni 80, c’è lo sviluppo dei
personaggi e un accenno di trama sentimentale tra il protagonista e la ragazza
di turno. In realtà l’approfondimento dei personaggi è decisamente il punto più
debole del libro, ma se amate i racconti orientati più sulla trama che sulla
psicologia dei personaggi (come me) questo potrebbe essere solo un vantaggio.
La ricerca delle chiavi è avvincente. Il protagonista dovrà districarsi
nella ricerca di tre chiavi ben nascoste all’interno del gioco per ereditare
tutta la fortuna del genio dell’informatica deceduto (sì, se la raccontate in
fretta la trama ricorda anche quella di Tutti gli Uomini del Deficiente, il
film della Gialappa’s Band).
Le prove per ritrovare l’eredità sono tutte in salsa nerd.
Squisitamente anni 80. E giù nostalgia canaglia.
L’autore gioca facile sui sentimenti. Vorremmo tutti abitare su OASIS. È
un universo virtuale dove coesistono tutti i mondi: l’universo di Star Wars,
quello di Matrix, l’universo di Dungeons&Dragons, la Terra di Mezzo e
probabilmente, seppur non sia citato, ci sarà persino Westeros. E chi non
vorrebbe farsi un giro su OASIS?
L’edizione italiana è abbastanza buona. Inizialmente non ero entusiasta
del formato del libro. Poi mi sono un po’ ricreduto e devo dire che non è male.
Il libro si legge bene anche dal lato fisico.
La traduzione mi pare buona. Non ho visto svarioni strani sulle
molteplici citazioni (molti titoli vengono lasciati in originale, per non
sbagliare).
L’unica critica è il prezzo, 19 euro è un po’ tantino. Ma se dobbiamo
guardare la qualità, allora li vale tutti. E poi magari, visto che è uscito da
un po’, riuscite a trovarlo scontato.
Il libro non l’ho solo letto, ma l’ho anche riletto, e credo che prima
o poi lo rileggerò ancora. Perché è proprio come quei film degli anni 80, che
noi bambini guardavamo a ripetizione, nonostante conoscevamo già le trame a
memoria.
INSERT COIN... READY
PLAYER ONE!
640 PAGINE | 19,90 EURO
Edizione speciale con cofanetto
Data di uscita: 20 ottobre 2011
Traduzione: Laura Spini
Formato: Special Books
ISBN: 9788876382550
Data di uscita: 20 ottobre 2011
Traduzione: Laura Spini
Formato: Special Books
ISBN: 9788876382550
Mi ricordo che me ne parlasti già. Nella lista recuperi
RispondiEliminaBella rece!
RispondiEliminaL'ho letto pure io (ma in ebook, che costa decisamente meno), e mi trovo d'accordo su quanto dici.
Il libro prende, ma va tenuto conto che la 'Presa' è efficase solo per la fascia d'età che quel modo l'ha vissuto o per i veri appassioanti.
A riprova di ciò, a me le parti ambiantate nel mondo "reale", per quanto ben scritte, un pochino stufavano.
Anche se qui poi magari sono solo io...
Sì pure a me la parte nel mondo reale non ha entusiasmato, soprattutto la prima parte (quella che accennavo nella recensione sul capitolo 2). Fortuna che non ci dedica molto tempo ed è solo funzionale al resto.
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