Sommario
Parte II - L'adolescenza e oltre
Sottotitolo: Non avrai altre console al di fuori di Mamma Nintendo.
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I Want You for Nintendo Army. |
Prima di passare alla lunga parte dedicata ai videogiochi
per Personal Computer, direi che è giusto concludere il discorso console,
almeno per quanto riguarda gli anni dal 1997 al 2011. Ovvero il periodo in cui
ho videogiocato praticamente solo tramite PC (escluse qualche sortite a casa di
amici che avevano console, comunque rare, e le ultime peregrinazioni nelle
sparute sale giochi, per dare l’estremo saluto agli amati COIN OP).
Questo pezzo completa il discorso “Io e i Videogiochi” per
quanto riguarda le Console, ovvero un grosso exursus delle mie esperienze
videoludiche, ma non vuol dire che non tornerò mai più sull’argomento, anzi…
CAPITOLO I – La storica rivale di Nintendo: SEGA.
Quindi, ricapitolando dalla volta scorsa: come console fui
fiero possessore di Game Boy, Nintendo (Entertainment System) e Super Nintendo.
All’epoca (della mia infanzia) le altre console conosciute erano tutte marcate SEGA (azienda che
andrebbe stimata, inteso: “Hai tutta la mia stima”, anche solo per il coraggio dimostrato
nel mantenere il suo nome anche in territorio italico) e si ricordano il Sega
Master System, il Sega Mega Drive e la console portatile Game Gear che aveva il
vanto di essere a colori (mentre il “Nostro” Game Boy no), e ci veniva
spacciata con la figata che si poteva anche guardare la televisione. E noi
poveri bambini nati negli anni 80 già ci si immaginava cose rivoluzionare alla
Bart Simpsons, tipo riuscire a vedere la televisione mentre si era a scuola.
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Sega Master System. |
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Sega Mega Drive. |
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Il Game Gear e l'accrocchio per la fantomatica televione. |
Sega non attecchì per nulla nei nostri cuori e, soprattutto,
nelle nostre case. Il quartiere (perché all’epoca si ragionava per
quartieri) rimase sotto l’ala calda e premurosa di mamma N. Nessuno aveva console Sega, e viste le dure leggi di
mercato (ti compro quel videogioco solo se ce lo hanno anche i tuoi amici, così
vi scambiate i giochi) nessuno poteva azzardare a richiederne una. I pochi possessori erano da considerare dei folli alieni, gente alternativa, o semplicemente ragazze.
Le proposte Sega non ci interessavano. Diciamo che mamma N aveva fatto il suo bel
lavoro, e a parte la cosa della televisione in classe, il resto non era così
conosciuto e noto da mandare lettere minatorie a Santa Lucia (vedi sempre prima
parte) per avere un Game Gear o un Master System. Che poi non avevano nemmeno Mario o Street Fighter, roba da sfigati puri.
I pochi approcci con queste console si potevano avere solo
nei negozi di giocattoli (quelli più grandi, o più coraggiosi, che invece di
esporre un Nintendo o un Super Nintendo, giocavano d’azzardo provando a
spacciare questo console meno gettonate) e a casa di qualche amico che,
ovviamente, non abitava nel nostro quartiere. Tipo quando andavi a trovare gli
zii in campagna.
L’unico gioco che noi figli di mamma N un po’ invidiavamo ai
pezzenti che sceglievano Sega (sì, all’epoca si era spietati, e o si era con noi,
o contro di noi) era Sonic the Hedgehog. E come per Super Mario, non c’è bisogno di
aggiungere molto altro (o almeno non in questo post, che sennò si andrebbe fin
troppo lunghi).
Preparandomi per questo pezzo, mi è tornato alla mente che
Sega aveva anche prodotto il Sega Saturn ma di questo, nel nostro quartiere,
non c’è mai stata traccia…
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Il Sega Saturn... questo sconosciuto. |
Sega prima di chinare il capo a Mamma N e venire da essa
annessa (come si faceva ai tempi dell’Impero Romano) diede alla luce il suo
canto del cigno: Il Dreamcast.
Fu l’unica console Sega che arrivò nel nostro quartiere (la comprò
il mio amico Giulio) e l’unica Console Sega che si fece un po’ desiderare. Il
motivo fu semplice: aveva in esclusiva Virtua Striker 2 e Virtua Tennis, i due
giochi più ambiti nelle sala giochi italiane in quel periodo (l’ultimo periodo
glorioso dei Coin OP). Virtua Striker 2 fu anche IL gioco di una mia estate
(probabilmente quella del ’98). Nell’estate del ’98, il calcio, complice la
concomitanza dei mondiali in Francia, era l’attività di principale interesse nella vita di
tutti i ragazzi del mio quartiere (e forse anche di molti altri quartieri). Soprattutto per quelli della mia età e quelli di uno o due anni in meno.
Eravamo ancora imberbi (si era in terza media) per andare con le ragazze (all’epoca
si era ancora dei gentiluomini) e non si andava ancora ai pub e in discoteca (e
sulle discoteche io non ci andai mai, per scelta rockeggiante di vita). Così si parlava e si giocava, e si videogiocava quasi solo esclusivamente di calcio.
Prima del '98, tra l'altro, il calcio mi piaceva solo giocato. Al campetto. Non ero tifoso di nessuna squadra e non mi interessavo proprio. Poi, per una serie di motivi di cui magari un giorno ne tiro fuori un pezzo per il blogghe (che alla fine è una storia interessante) diventai tifoso di una squadra e appassionato di calcio proprio nel '98. Quindi ero proprio preso male. Inoltre c’era
stato un videogioco che aveva portata “il Calcio” in tutti noi, ma di questo
parleremo in altri pezzi.
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Sega DreamCast. Da notare che il Joypad aveva uno spazio per uno piccolo schermo che poteva riprodurre informazioni inerenti al gioco, anni e anni prima del paddone per Wii U. |
Tornando a Virtua Striker 2 c’era di dire che questo
era potentissimo, avvincente, difficile
ma allo stesso tempo in grado di garantire 2/3 partire prima di perdere e dover
inserire un altro gettone. Al nostro quartiere arrivò dalla latteria “dalla Mary” (non al bar dove c'erano tre cabinati) e lì si andava le
mattine a giocare, mangiare le pizzette buone e bere l’estathé o la Ben Cola
(che la Coca Cola era troppo Mainstream). Al pomeriggio si tornava sempre in
zona, ma visto che il gruppetto di amici (e bazzicatori del quartiere, che non eravamo davvero mica tutti amici) si allargava, e la latteria veniva occupata dai ragazzi
più grandi, si giocava al calcio vero al campetto della chiesa.
Ad ogni modo, possedere Virtua Striker 2 (o le edizioni successive) a casa era motivo di
invidia e venerazione.
E in questo modo, facendoci annusare quello che potevamo avere se l'avessimo seguita con più fervore, Sega ci lasciò, con il
suo bel funerale vichingo.
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Virtua Striker 2. |
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Virtua Tennis |
CAPITOLO II – L’avvento della messianica Playstation
Nonostante i suoi pregevoli sforzi, Sega non riuscì a
reggere la rivalità con Nintendo, che rimase sul ring in attesa di nuovi
sfidanti. Sfidanti che non tardarono ad arrivare, anzi, giunsero ancora prima
del K.O. finale a Sega. Sul ring era scesa un’altra grande S: la Sony.
Nel 1994 la Sony presentò al mondo una “cosuccia” chiamata:
Playstation.
Essendo questo un exursus sul mio rapporto con i videogiochi
(e non un trattato sull’influenza delle varie console sulla nostra generazione)
troncherò in fretta l’argomento, perché, semplicemente, io e il mondo
Playstation non ci siamo mai incontrati.
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Playstatione - Rinominata in seguito PS1 |
Ricordo di non aver mai desiderato avere una Playstation.
Potrei ricondurre questo mio disinteresse per i seguenti
motivi:
1) Avevo (e ho) una N marchiata a fuoco nel cuore. È come una
squadra del cuore, come una fidanzata, come un genere musicale quando sei
adolescente, insomma, non si tradisce con le prime zozze che capitano a tiro.
2) Ho questa cosa nel subconscio che non mi fa amare le cose
amate da tutti o da tanti. Quando è troppo amata, mi vien da fare il bastian
contrario, è più forte di me. Tutti impazzivano per la Playstation? È questa la console che tutti dovremmo avere? Bene, io sarei rimasto col mio PC.
Ora dopo le prime due scuse un po’ cazzare, ecco forse le
più “concrete”:
3) La Playstation uscì nel periodo in cui stavano arrivando
i primi PC, e questo influì molto sulla mia decisione. Insomma, volevo un PC,
non una Playstation.
4) Nessuno dei miei amici aveva una Playstation, le antiche
e ferree leggi dell’ostaggio e del videonoleggio non erano più così tanto in
voga, ma il passaparola era un forte deterrente. Se nessuno aveva una
Playstation, forse voleva dire che non c’era bisogno di averla.
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PS2. |
5) Potrebbe avere influito una questione economica, ma molto
probabilmente avvenne nel subconscio. Insomma, non avevo particolare interesse
per Playstation, e forse già da solo la reputai una spesa inutile da non
presentare ai miei genitori, già avevo un PC (e lo avrei dovuto pure cambiare,
e se c’era una spesa da fare, era sicuramente per prendere il PC nuovo).
6) Come al solito, per ogni scelta di un mio sistema di gioco,
credo che la differenza l’abbiano fatta i giochi. Non godendo delle esclusive
di Nintendo, la Playstation non esercitò una forza così tale da “costringerci”
a comprarla. Inoltre gran parte dei giochi arrivava anche per PC (per dire un
grande ricordo dei giocatori Playstation è Resident Evil, ma noi a Resident
Evil ci abbiamo giocato anche su PC), e quindi, visto che non è che i nostri genitori
potevano spendere i soldi a muzzo, o ti compravi PC, o la Playstation, e la
risposta dei ragazzi del mio quartiere (con estrema controtendenza rispetto al resto del mondo) fu chiara e
precisa: PC.
Inoltre i giochi che iniziavano a interessare a me, avevano
tutti una forte componente tastiera+mouse, difficili da riprodurre con un
joypad (tipo i gestionali e i giochi di ruolo alla Diablo).
7) Un grande gioco che portò molti a possedere una Playstation (o una Playstation 2) fu sicuramente (e lo è tutt'ora): Pro Evolution Soccer (PES). Ma io ormai ero un appassionato di FIFA (che invece c'era per PC) e inoltre non ero poi così appassionato di giochi calcistici, quindi su di me non ebbe un grosso effetto.
8) Con l’avvento del primo PC in casa, iniziai a praticare
una combo definita (e definitiva): PC + Televisione. Questo influì molto sulle mie scelte di
non comprare console, perché se dovevo giocare alla console, non avrei potuto
vedere la televisione in contemporanea (lo so che la cosa si poteva risolvere in mille altri modi, ma all'epoca non venneremo mai presi in considerazione).
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PS3. |
Che Playstation abbia avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione
del videogioco è indubbio, ma non avendo basi per dire altro, chiuderei qui il
discorso. Ma forse… avremo uno speciale scritto da un mio amico sulla Play,
quindi non disperate.
Preciso non acquistai nessuna delle console Sony, il motivo
è forse quello esposto nel punto 6, semplicemente perché i giochi che piacevano
a me, erano disponibili (a volte anche esclusivamente) per computer.
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La Playstation Portatile (PSP)... |
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...e la sua erede PSP Vita. |
Lo stesso discorso può essere fatto anche con l’X-Box e le
sue evoluzioni. Non arrivarono mai in casa mia, ne ebbi mai stimoli al
desiderarle.
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X-Box... |
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e X-Box 360 (pareva brutto lasciarle fuori dal pezzo). |
CAPITOLO III – Gli Anni bui di Nintendo.
Precisati i motivi per cui non acquistai nessun'altra
console al di fuori di quelle Nintendo, rimangono da colmare gli anni che
intercorrono dall’essere fiero possessore (sebben in ritardo) di Super Nintendo
a fiero possessore (sebben in ritardo) di Wii.
Avevamo chiuso lo scorso pezzo raccontando che il Nintendo
64 non se lo filò nessuno. I motivi erano riconducibili al fatto che all’epoca
l’attenzione era tutta verso i PC.
E visto che funzionava ancora la regola dell’ostaggio, se
nessuno aveva il N64, ci toccava giocare solo ai giochi che si comprava da noi
(i videonoleggi avevano già smesso di affittare le cartucce, probabilmente
perché negli Stati Uniti Nintendo fece causa…) e quindi, vista la nostra velocità
bulimica nel “divorare” un videogioco, avremmo passato parecchio tempo ad
annoiarci sugli stessi giochi rigiocati mille volte (che non è che si poteva
pretendere di comprare un gioco nuovo a settimana. Anche perché, i videogiochi
non erano di certo l’unico nostro interesse, c’erano i fumetti, il cinema, e
altre cose ancora).
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Il design del N64 comunque ha il suo perché. |
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Inoltre, come detto in precedenza, la rivoluzione in 3D non mi
convinse parecchio. Ora, usare un termine come “convinse” non è onesto. Diciamo
che ebbi proprio un’avversione. All’epoca amavo le cose semplici, e amavo
ancora di più i platform. Pertanto un platform in 3D per me era una
complicazione inutile e poco divertente. Laddove un Super Mario Kart 64 – che
ricordo finimmo tutte le piste rimanendo per ore al negozio di giocattoli (già,
perché all’epoca i videogiochi si vendevano ancora nei negozi di giocattoli) –
funzionava bene in 3D, vedere il mio amato Mario in 3 Dimensioni non mi garbava
molto.
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Forse all'epoca non eravamo ancora pronti per saltare in 3 dimensioni... |
Nintendo aveva iniziato a proporre un nuovo modo
di vedere i videogiochi. Se prima (tolti i vari passaggi segreti, che erano più
che altro un extra) la struttura dei livelli era impostata in un semplice “vai
avanti dritto fino alla fine cercando di non cadere nel buco” ora, con l’avvento
di Super Mario 64, si puntò sull’esplorazione dei livelli, a partire fin dall'inizio, con il maxi livello contenitore: il castello della principessa Peach. Il
giocatore doveva ancora saltare tra una piattaforma all'altra, ma si doveva anche scovare le varie stelle nascoste.
“Un salto” tanto per rimanere in tema, di game play non indifferente, almeno
per l’epoca.
Era una passaggio che andava sicuramente assimilato nel
tempo. Ma questo richiedeva un gesto di fiducia estremo, cioè comprare la
console e adattarsi al cambiamento piano piano. Cosa che non accadde. Visto che
nessuno aveva il gioco in casa, si provava al negozio, e quel poco che si
provava non convinceva. Già si faceva fatica a farsi comprare le cose che ci
piacevano da impazzire, figurarsi comprare qualcosa che, provata al negozio,
non ci piaceva. E così l’N64 rimase lontano da noi, e con lui tutti i suoi
giochi (alcuni dei quali, come Super Mario 64 e Zelda: Ocarina of Time,
recuperai solo recentemente, grazie al servizio di Virtual Console per Wii).
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Zelda - Ocarina of Time. Definito da molti il miglior videogioco di sempre (o uno dei). Da noi snobbato all'epoca. |
Le cose andarono ancora peggio con il Gamecube, console che
mai approdò in queste zone. Nessuno l’aveva,
nessuno ne parlava, i negozi d’elettronica (oltre a sparire pian piano dai
quartieri, i negozi di giocattoli avevano smesso di vendere videogiochi)
esponevano solo Playstation o X-Box, e quindi non ho memoria di aver mai messo
mano su un controller Gamecube. Ora, che sono tornato a giocare nei campi del signore (Miyamoto), so che il Gamecube fu molto apprezzato da chi ne usufrui e tutt'ora oggi è ben ricordato.
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Gamecube. La console più misteriosa di Nintendo. |
Sul lato Console Portatile anche qui non acquistai mai
nessun erede del Game Boy. Ricordo forse un breve interesse per il GameBoy
Advance, ma fu cosa di poco impatto.
Nemmeno il rivoluzionario Nintendo DS riuscì a far breccia
sul mio portafoglio. Ma all’epoca ero già bel grandicello, e c’avevo ben altre
mire sul come spendere i miei soldi.
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Game Boy Advance |
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Nintendo DS. |
Diciamo che comunque, dal N64 in poi, ci fu questo lungo
periodo in cui persi totale interesse per casa N (e anche per tutte le altre
console). Per assurdo i design del N64, del Gamecube e del Game Boy Advance sono i miei preferiti tra le console Nintendo. Ma non si poteva certo comprarli solo per l'estetica. Non mi tenni aggiornato su nulla e ignorai abbastanza tutto quello
che fu proposto.
Finché un giorno… fu annunciato il Nintendo Wii… ma di
questo parleremo più avanti.
Fine Parte II.
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